Quando si parla di fuga dei cervelli spesso ci si appella in modo qualunquistico alla complessità dei problemi della ricerca per attenuare le responsabilità e confondere le acque. Tra questi problemi ce n'è uno tanto evidente da essere quasi ignorato: la totale inadeguatezza degli stipendi dei ricercatori nel nostro Paese.
Cito dal blog "Made in Italy" dell'amico Marco Cattaneo de Le Scienze una serie di cifre molto interessanti a questo proposito.
"12.337 sono gli euro lordi del salario d’ingresso di un ricercatore in Italia, vale a dire di un giovane con 0-4 anni di esperienza che usufruisce di una borsa di dottorato o post-doc. Poi, spesso, i quattro anni diventano pure sette o otto, con borse o contratti che affogano nel precariato più cupo.
E adesso diamo i numeri degli altri: un “neo-ricercatore” guadagna (sempre al lordo) 51.399 euro in Norvegia, 42.528 in Danimarca, 39.599 in Svizzera. Ma anche se abbandoniamo questi paradisi e ci confrontiamo con paesi più vicini a noi sono sempre: Austria, 35.836 euro; Francia 28.191; Gran Bretagna, 24.607; Germania 24.515. Ci supera anche la Spagna (dove però il potere d’acquisto degli stipendi è un tantino più alto…), con 13.988 euro all’anno. E ce la battiamo con Grecia (12.112), Lituania (10.478) e Repubblica Ceca (9.881)".
Auguriamoci almeno di fare il pieno di ricercatori dalla Lituania e dalla Repubblica Ceca...