mercoledì 31 ottobre 2007

"La legge sul Rientro dei cervelli è surreale" (Mussi)

AGI - Roma, 31 ottobre 2007 - "La legge sul Rientro dei cervelli è surreale. Io non l'avrei mai fatta. Però l'ho rifinanziata perchè è stata fatta una promessa che va mantenuta".
E' così che il ministro dell'università e della ricerca Fabio Mussi ha risposto alle domande di alcuni telespettatori di Repubblica.it.
"Ogni anno dall'Italia se ne vanno 4 o 5 mila giovani laureati, alcuni per seguire una propria vocazione, altri perchè gli diamo 4 soldi per fare ricerca. Quando sono diventato ministro ho trovato che su 450 ricercatori rientrati con la legge, soltanto 30 erano stati stabilizzati dal Cun (Consiglio universitario nazionale). Io con fatica immensa ho portato il numero a 60. E' stata una legge propagandistica ed è stata una fregatura per chi è rientrato fiducioso. Il problema è ricreare le condizioni per far si che la gente non sia costretta a lasciare l'Italia".

lunedì 29 ottobre 2007

Mussi: creare una cultura del merito

(Agi) - Roma, 29 ottobre 2007 - Meno corsi di laurea, più docenti di ruolo, autonomia del sistema e un'agenzia preposta alla valutazione della ricerca e delle università italiane. Questi gli ingredienti di base per mettersi al passo degli altri paesi.
"Dobbiamo mettere a disposizione dei nostri centri di ricerca e delle nostre università più risorse, finanziarie e umane", ha detto Fabio Mussi, ministro dell'università e della ricerca. Ma non solo. "Per stabilizzare e migliorare la loro capacità, la ricerca e l'università deve affinare la cultura della valutazione esterna e indipendente. Anche in questo caso, con la creazione dell'Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca (Anvur) stiamo facendo sensibili passi avanti", ha detto Mussi. Inoltre, per il ministro è necessario aumentare il tasso di autonomia della ricerca.
"I politici - ha infatti spiegato - devono fare un passo indietro. Con l'istituzione dei search committees, commissioni indipendenti di scienziati che indicano al ministro terne di candidati alla direzione degli Enti di ricerca, il nostro Ministero lo sta facendo".
L'Anvur dovrà valutare, in maniera rigorosa e indipendente. "Creerà le premesse che consentiranno di premiare chi è più bravo e di non premiare chi è meno bravo. Il compito principale dell'Anvur è ambiziosoe difficile: creare una cultura del merito", ha concluso Mussi.

Università italiana e Finanziaria

(Agi) - Roma, 29 ottobre 2007 - "La Finanziaria 2008 fa piccoli passi nella giusta direzione. Ci sono più risorse per la ricerca e per i giovani ricercatori. Forse sono insufficienti. Ma sono passi che vanno nella direzione giusta". Lo ha detto il ministro dell'università e della ricerca Fabio Mussi a commento della situazione della ricerca in Italia.
"Un discorso analogo - ha aggiunto il ministro - vale per l'università. Nel patto per l'efficienza e la stabilità che, insieme al ministro per l'economia Tommaso Padoa-Schioppa, abbiamo proposto alle università, c'è sia la stabilizzazione del Fondo ordinario – che nel 2008 consentirà alle università di uscire dall'incertezza e dall'ansia che ogni anno le procurano l'aumento dei costi del personale e l'inflazione della moneta sia la destinazione di una sua parte non trascurabile (il 5 per cento, per un ammontare di 350 milioni di euro) agli atenei che avranno i bilanci a posto e otterranno le migliori performance in ricerca e didattica. Anche in questo
caso la direzione è giusta".
Ma Mussi ha ribadito più volte che la qualità della ricerca italiana non è affatto bassa. E a riprova di ciò ha sottolineato i risultati di una serie di indagini internazionali. "La qualità della ricerca italiana - ha infatti detto il ministro - non è male. Lo dicono una serie di indagini indipendenti internazionali, da quelle realizzate dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) a quelle proposte, nel 2004, da David King, capo dei consiglieri scientifici del governo inglese sulla rivista Nature. I ricercatori italiani son tra i più produttivi al mondo. Una riprova l'abbiamo avuto di recente con la raccolta delle proposte e la loro prima selezione dello 'Starting indipendent researcher grants' del Programma
Ideas varato dall'European research council (Erc) nell'ambito del Settimo Programma Quadro (FP7) con l'obiettivo di sostenere, mediante grants compresi tra 100 mila e 400 mila euro, i giovani ricercatori dell'Unione Europea e degli Stati Associati con dimostrate capacità di diventare leader indipendenti di programma di ricerca ha raggiunto i suoi due primi obiettivi".
Le proposte degli italiani selezionate sono state 70 su 559. "Solo i tedeschi - ha aggiunto Mussi - hanno fatto meglio. Francesi, inglesi, spagnoli hanno fatto peggio: nonostante i ricercatori in Francia, Regno Unito e Spagna siano molti di più".
Per il ministro, inoltre, anche lo stato in cui versano le università italiane non è tra i peggiori.
"Le nostre università, nonostante indubbi casi di malcostume e talvolta di vere e proprie irregolarità, sono meno peggio di come le si descrive. D'altra parte i giovani laureati italiani sono tra i più richiesti all'estero. E alcune nostre università sono di assoluta e riconosciuta eccellenza". Ma la situazione delle università, come ha sottolineato lo stesso Mussi, non è poi così idilliaca.
"Non è che tutto vada bene. Lo stato italiano destina alla ricerca pubblica dal 20 al 30 per cento di risorse in meno di altri paesi europei. Questo ritardo va recuperato. Inoltre c'è un blocco che impedisce l'accesso dei giovani alla ricerca. Questo blocco va rimosso. Per mettersi al passo degli altri paesi, dobbiamo mettere a disposizione dei nostri centri di ricerca e delle nostre università più risorse, finanziarie e umane", ha concluso.

martedì 23 ottobre 2007

Cervelli rifugiati

cervelli Quando l’Associazione Dottorati e Dottorandi Italiani iniziò a raccogliere le storie per “Cervelli in fuga” la cosa fu relativamente semplice: i fuggiaschi erano ancora caldi e ansiosi di sfogarsi, raccontandosi nella catarsi della condivisione letteraria. Nel passo successivo, con “Cervelli in gabbia” (storie di quelli che ancora la tentano in patria) la cosa non fu altrettanto indolore. Gli ingabbiati, in quanto tali, avevano la stessa voglia di rivelarsi, ma non avevano gli stessi gradi di libertà.
Cervelli rifugiati, di Emiliano Bruner, Ulisse, 19 ottobre 2007

giovedì 11 ottobre 2007

Presentazioni di Iglesias, Pula, Cagliari

pula Negli ultimi quattro giorni siamo riusciti a portare a termine le tre presentazioni in programma (Iglesias 6 ottobre, Pula 8 ottobre, Cagliari 10 ottobre): è stato stancante ma ne è valsa la pena. Ovunque pubblico abbondante e interessato, relatori di altissimo livello (come Luciano Otelli, Monica Mameli, Alessandro Mongili, Michele Saba, Rosaria Piga), moderatori bravissimi (Roberto Cherchi, Vito Biolchini). iglesias Le osservazioni e le testimonianze, le domande dal pubblico e le reazioni (registrate dopo qualche giorno) sono sempre estremamente serie e circostanziate. Molti invocano maggiore serietà da parte delle istituzioni universitarie deputate alla valutazione delle competenze. Altri denunciano la scarsa attenzione da parte del mondo politico.
Rai 3 ha intervistato Rosaria Piga e Michele Saba. Il tema sembra uscire dalle sabbie mobili e dalle paludi dell'informazione italiana. La notizia del Nobel per la medicina a un italiano (sebbene "americano" fin da bambino) ha scatenato i giornalisti alla ricerca dei cervelli perduti. Certo, l'importante è che se ne parli, dirà qualcuno, ma è davvero pietosa questa gara improvvisa a chi insegue più cervelli in fuga, dopo anni di totale disinteresse...

La presentazione del 10 ottobre (Cagliari, libreria Zonza) è raccontata in un articolo di Marco Diana nel blog Paese d'ombre.

martedì 9 ottobre 2007

Novantamila sardi lontani dall'isola

La Nuova Sardegna - 8 ottobre 2007 - Pagina 17
Novantamila sardi lontani dall'isola
Il Rapporto italiani nel mondo conferma: l'emigrazione continua
di Maria Grazia Marilotti

CAGLIARI. Ora non partono più con la valigia di cartone legata con lo spago, quella è un'immagine da pagine ingiallite dal tempo. Però il fenomeno dell'emigrazione è ancora una realtà: sono novantamila i sardi che vivono fuori dall'isola.
I numeri parlano chiaro: è del 5,6% l'incidenza della collettività sarda all'estero contro una media nazionale del 6,2%. Numeri contenuti nelle ampie pagine del Rapporto italiani nel mondo 2007, realizzato
dalla Fondazione Migrantes, un'organizzazione ecclesiale, in collaborazione con Acli, Inas-Cisl, Mci e i missionari Scalabriniani. Elaborato da 47 redattori il rapporto è fatto di 37 capitoli e 464 pagine per tracciare un quadro della distribuzione degli italiani all'estero e cercare di capire qualcosa in più aldilà delle cifre, della loro vita lontano dalla terra di origine. Il volume è stato presentato nella sala riunioni della Camera di commercio, da don Gian Piero Zara, referente Migrantes per la Sardegna, Raffaele Callia del comitato di redazione del rapporto italiani nel mondo, Maria Luisa Gentileschi dell'Università di Cagliari in un incontro coordinato dal presidente de Il Messaggero sardo Gianni De Candia: «Francia e Germania contano ancora uno strato grosso della vecchia emigrazione - ha sottolineato Maria Luisa Gentileschi - e in controtendenza rispetto al resto d'Italia, solo l'8,5% sceglie paesi extraeuropei». Tra questi ultimi si contano soprattutto laureati o artisti. Giovani che cercano la fortuna all'estero e che tentano di soddisfare le proprie ambizioni o mettere a frutto anni di studi in terra straniera: opportunità ancora troppo spesso negate nella nostra terra.
«I laureati sardi che espatriano sono appena lo 0,9% contro i colleghi lombardi (4,3%), ma sono lo specchio della disoccupazione intellettuale che si fa sentire nella nostra isola» aggiunge Gentileschi. Il volume mostra anche il passaggio dalla prima fase dell'esodo ai giorni nostri, dai primi interventi, soprattutto ad opera della Chiesa, al superamento della cultura dell'assistenzialismo: «Gli anni sessanta sono l'epoca dello spopolamento dei paesi e dei contratti con paesi quali Germania, Belgio, Olanda, all'insegna dello slogan braccia in cambio di carbone?. Quel carbone - ha sottolineato de Candia - che è servito per rimettere in moto l'industria italiana. Erano anni di povertà e si contavano gli occupati non i disoccupati». Si partiva al grido di vado tre mesi e torno, ma sono passati trent'anni e tanti non sono più tornati. Mantengono però forte il legame con la Sardegna grazie ai 128 circoli dei sardi dislocati in tutto il mondo: «Questo lavoro vuole essere uno strumento per sensibilizzare i cittadini e riaccendere in amministratori e politici l'interesse verso un universo
che ci riguarda da vicino e che non si può ignorare?, per pensare a concrete politiche di intervento - ha sottolineato Don Gian Piero Zara - occorre un'attenzione maggiore, benché la Sardegna sia all'avanguardia nelle politiche per l'emigrazione. Per prima si è data una legge, nel '68, poi è arrivato nel '77 lo strumento della Consulta. Le cose sono cambiate. Ora si pensa ai flussi di ritorno, cominciati
negli anni ?80. Gli italiani che partono a cercare fortuna nelle pianure della pampa argentina sono un capitolo che appartiene alla storia. Da tempo è cominciato il controesodo. Ma servono progetti di avvicinamento e rientro. La Regione pensa a un'anagrafe dei sardi all'estero, sarebbe un primo passo.

La fuga degli "scienziati di ventura"

mameli e scanu
Articolo di Paolo Mocci (L'Unione Sarda 8 ottobre 2007, pagina 49) La fuga degli “scienziati di ventura” (Rassegna stampa Regione Autonoma della Sardegna)

lunedì 1 ottobre 2007

10 ottobre: presentazione a Cagliari

Cagliari 10 ottobre Cagliari, 10 ottobre 2007 (18:00) Libreria Zonza, via Paoli 19: presentazione del volume Scienziati di ventura di Andrea Mameli e Mauro Scanu (Cuec editore).
Intervengono: Alessandro Mongili (Docente di Sociologia della tecnica, Università di Cagliari), Rosaria Piga (biologa, da alcuni anni in Giappone, protagonista di uno dei capitoli del libro), Andrea Mameli (coautore).
Si tratta della seconda presentazione a Cagliari dopo la prima del 16 luglio. Sarà una nuova occasione per sentire dalla voce di una protagonista delle "fughe dei cervelli" (Rosaria ha trovato in Giappone la sua terra promessa) e da un esperto del settore (Alessandro ha fondato STS Italia: la Società Italiana di Studi sulla Scienza e la Tecnologia).