martedì 31 luglio 2007

Scienziati di ventura a La Maddalena: 3 agosto.

Venerdì 3 Agosto alle 19.00, nella sede dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, a La Maddalena, il Laboratorio Culturale Parcultura, organizza la presentazione del libro di Andrea Mameli e Mauro
Scanu: “Scienziati di Ventura” – Edizioni Cuec. Interverranno:
- Giuseppe Bonanno – Presidente dell’Ente Parco;
- Andrea Mameli (autore del libro insieme a Mauro Scanu)
- Angela Morando e Leonardo Rubattu (due dei protagonisti di Scienziati di ventura);
- Giancarlo Tusceri e Marina Spinetti (Coordinatori del Laboratorio Parcultura);
Coordina Roberto Morini, giornalista della Nuova Sardegna.
Reading e accompagnamento musicale a cura di Sebastiano Demuro e Valentino Tamponi.

lunedì 30 luglio 2007

Scienziati di ventura in insardegna.eu

Scienziati di ventura: una recensione
di Alessandro Mongili (insardegna.eu 27 luglio 2007)
Il libro di Andrea Mameli e di Mauro Scanu ci mette di fronte, con immediatezza e freschezza, all'esperienza di chi ha scelto di fare ricerca all'estero (per poi magari tornare in Sardegna) come un'esperienza incarnata in vite concrete, in biografie, in sentimenti specifici. Però, il libro dà anche dell'accademia italiana – descritta dai suoi rescapés più o meno illustri - un'immagine che fa riflettere.

Andrea Mameli e Mauro Scanu sono due giovani giornalisti specializzati in temi tecnoscientifici – ma Mameli è anche laureato in fisica – che ci mettono subito in pace con la categoria dei divulgatori scientifici, in genere troppo apologetici: i due non collocano la scienza nel mondo del mistero e della genialità ma in quello della realtà, di vite di persone vere, e ci rendono comprensibile e vicina la sua quotidianità. Quello che ci descrivono non è il fantasmagorico ed esotico mondo delle scoperte che fra dieci o vent'anni ci faranno andare in ufficio volando e ci libereranno da tutti i mali, ma un mondo che più ordinario non si potrebbe. [SEGUE...]

venerdì 27 luglio 2007

Scienziati di ventura, un dibattito aperto

Sardegna Ricerche Magazine, Intervista doppia agli autori del libro, Andrea Mameli e Mauro Scanu.
Com'è nato questo libro?
Scanu.
Principalmente per far nascere un dibattito. Come ha detto qualcuno il problema è glocale: si parla di problemi mondiali nel contesto sardo e viceversa.
Mameli. Anche per raccontare storie utili per informare su quel che a volte accade ai giovani laureati sardi.
Quali sono i problemi maggiori che impediscono il rientro dei cervelli?
Scanu. Il problema principale è che la Sardegna e l'Italia non sono molto appetibili per un ricercatore brillante che voglia fare carriera. Nonostante il desiderio di rientrare, questi emigrati della conoscenza si trovano di fronte a una scelta quasi obbligata: scegliere se stare all'estero dove istituti pubblici e privati sono ben contenti di pagare le loro capacità con risorse, alti compensi e progetti all'avanguardia oppure rientrare a casa e fare anticamera di fronte allo studio di qualche potente e sperare di raccogliere qualche briciola. Per questioni storiche il nostro sistema accademico non si basa su logiche meritocratiche. Va da sé che non sono per forza i migliori a occupare posizioni di prestigio, ma quelli che hanno più pazienza. Una pazienza che permetta di accettare una paga di 800 euro e una vita da precario sino a oltre i quarant'anni. Per citare un caso Carla Pittalis, una ragazza di Tempio Pausania, lavora in Turchia per conto della Banca Mondiale: a soli 34 anni è responsabile di progetti finanziari per 5 miliardi di dollari. Cosa potremmo offrirle in cambio?
Mameli. Sardegna e Italia, in effetti, raramente sono in grado di competere con la concorrenza internazionale che tenta di mantenere i migliori cervelli in circolazione. Una concorrenza che aumenta con il crescere dei più forti: Cina e India emergono e iniziano a proporre importanti luoghi di punta della ricerca applicata. I protagonisti del nostro libro, inoltre, evidenziano altri problemi, come la scarsa credibilità dei concorsi, che scoraggiano o di fatto impediscono di creare i presupposti per un rientro. Infine c'è un dato oggettivo: attualmente non c'è spazio per tutti. [SEGUE...]

giovedì 26 luglio 2007

Gian Luigi Gessa e la fuga dei cervelli.

Gian Luigi Gessa - intervistato da Giulia Fossà Italian Express (Rai) del 25 luglio 2007 - affronta una delle questioni centrali della ricerca scientifica in Italia: la fuga dei cervelli.
Giulia Fossà: "Sono tanti i giovani che ancora fuggono all'estero per realizzare i loro progetti. Ne parla un libro, Scienziati di ventura, che lei ha recentemente presentato".
File Mp3 con la registrazione: http://www.radio.rai.it/podcast/A0016169.mp3
Gian Luigi Gessa: "Questa legge [la proposta di legge regionale attualmente in discussione] tra l'altro vorrebbe far sì che molti di questi scienziati di ventura, questi andati fuori, poi possano rientrare. Ma io dico che anche quelli che scelgono di restare fuori costituiscono per il Paese che li ha mandati un possibile punto di riferimento importante, quello che un tempo si chiamava lo Zio d'America. Io ho molti allievi che sono rimasti all'estero, negli Stati Uniti oppure in Francia, e non considero questa una perdita reale quando manteniamo con loro un rapporto di collaborazione, di amicizia".

martedì 24 luglio 2007

Diventare ricercatrici: ci crede solo il 18% delle studentesse

Diventare ricercatrici: ci crede solo il 18% delle studentesse
Nel nostro Paese le pari opportunità stentano a decollare. E il mondo della ricerca non fa eccezione. L'Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr mette in evidenza un dato: il 18 per cento delle studentesse è convinto che le donne siano portate per la ricerca. Lo studio, nell'ambito del progetto DIVA - Science in a Different Voice http://www.irpps.cnr.it/diva - per sensibilizzare i giovani alle carriere scientifiche, ha considerato più di 2.000 studenti delle superiori. Tra le città campione anche Sassari.
La demografa del Cnr Palomba: "Il problema esiste, lavoriamo per superare pregiudizi"
Ricerca, se le ragazze rinunciano "Ma io non sono all'altezza..." di TULLIA FABIANI, REPUBBLICA (23 luglio 2007)

La prima domanda è: quanto si guadagna? E la fanno maschi e femmine, senza distinzione. La seconda però già fa la differenza: "Secondo lei io posso fare il fisico teorico?". Le ragazze chiedono se sono all'altezza, se hanno la capacità, se lo meritano. I ragazzi, nella maggior parte dei casi, non si pongono il problema e ci provano comunque. L'approccio al mestiere di ricercatore si presenta come una questione di genere; è una specie di vocazione nell'immaginario femminile, una scelta professionale (né più né meno) per i ragazzi. A rendere questa visione di disparità è un'indagine che ha interessato 43 scuole italiane. [SEGUE...]

lunedì 23 luglio 2007

Inseguendo le fughe di cervelli

Inseguendo le fughe di cervelli
Walter Falgio. L’Unione Sarda Cultura Estate Pagina VII
In Italia di ricerca non si vive. Secondo il Rapporto sul lavoro atipico della Cgil stilato lo scorso anno, più della metà dei giovani scienziati italiani ha un contratto precario, uno su tre guadagna la miseria di 800 euro al mese quando va bene. Tutti lavorano tra le 38 e le 45 ore settimanali. Strada obbligata per pattuglie di nuove leve della conoscenza è dunque l'emigrazione.
Uno spaccato credibile e documentato del fenomeno "cervelli in fuga" è ora anche in libreria nei titoli della collana "Prospettive" della Cuec: Scienziati di ventura. Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo (146 pagine, 11 euro). Gli autori Andrea Mameli e Mauro Scanu, ricercatori giornalisti, hanno rintracciato in giro per il pianeta una ventina di menti brillanti in ritirata dalla Sardegna. "Senza distinzione d'età e di ruolo", scrivono. Ci sono neo dottori di ricerca e poco più che quarantenni già a capo di equipe di specialisti. Si viaggia dagli Stati Uniti all'Inghilterra, dalla Norvegia al Giappone, dall'Olanda all'Australia.
Carlo Boldetti è scappato da Cagliari dove studiava ingegneria: "I programmi erano datati, c'era poca attenzione per gli studenti". Ha partecipato al programma Erasmus e ha conseguito un dottorato in ingegneria meccanica a Sheffield, Regno Unito. Oggi Boldetti ha 35 anni e progetta componenti per la Formula Uno alla Renault: "Dagli alettoni, alle ruote, dallo sterzo a pezzi del motore". Dopo l'Erasmus, non ancora laureato, è stato assunto per un anno all'Università di Sheffield. Il post-lauream sempre in Inghilterra e subito dopo il lavoro: "Basti pensare che qualche mese prima della fine del dottorato sono stato letteralmente inondato da offerte". Boldetti per ora non ha nessuna intenzione di rientrare in Sardegna e preferisce stare seduto sul pneumatico del bolide Renault, come si vede nel sito web Carloboldetti.com
Rosaria Piga, cagliaritana di nascita 43enne, ha scelto il Giappone. Anche lei è nauseata "da un Paese carente di persone serie e guidate da principi di onestà e lealtà, da un Paese dove vai avanti solo se sei raccomandato o figlio di". Sarebbe il solito piagnisteo qualunquista se non fosse che Piga, appena fuori dall'Italia, è diventata una ricercatrice di prim'ordine. Laureata in scienze biologiche all'Università di Cagliari, dottorato in patologia generale a Torino, dopo il consueto precariato tra le stanze dei laboratori nostrani, è volata all'Università di Kyoto dove lavora da quasi tre anni ad altissimi livelli. "Mi occupo di stress ossidativi". Ovvero studia fenomeni all'origine di malattie come il cancro, il morbo di Alzheimer, il Parkinson. "Proprio perché è un fenomeno comune a numerose patologie, è importante conoscere i motivi e i meccanismi dei vari tipi di stress", spiega. "Lavoriamo anche sull'uso, le potenzialità e gli eventuali sviluppi in medicina dello Snom", microscopio a fibra ottica che consente di esaminare tessuti di poche decine di nanometri, miliardesimo di metro. Di mettere piede in Sardegna non se ne parla. "Almeno per il momento".
Come Carlo Boldetti e Rosaria Piga ce ne sono tanti altri, specialisti disgustati dall'Università e dai centri di ricerca italiani in viaggio verso mete scientificamente più attraenti. Questa emorragia, difficile da quantificare, è un danno enorme per l'Italia. "Si pensi che per formare uno studente dalla scuola elementare al dottorato di ricerca, lo Stato investe risorse quantificabili in 500mila euro", dice Scanu. Risorse che però sono messe a frutto all'estero. I numeri del personale universitario spiegano perché. In Italia su 18651 docenti di ruolo quelli con meno di 35 anni sono solo 9. L'80 per cento dei professori ordinari ha più di 50 anni, il 40 per cento più di 60. Il nostro Paese attira ogni anno appena 29mila studenti stranieri contro i 40mila della Spagna e i 220 mila dell'Inghilterra. L'Italia investe l'1,1 per cento del Pil in ricerca, esclusi i progetti militari, contro per esempio il 3,9 della Svezia.
Nonostante questo scenario qualche coraggioso rientra. Le ultime 25 pagine del libro sono dedicate a chi c'è riuscito. A Francesco Cucca, Monica Mameli, al compianto Giuseppe Pilia.
"Perché il problema è proprio questo", spiega Mameli, "garantire ai ricercatori di fare esperienze all'estero e poi creare le condizioni per farli rientrare". La comunità scientifica è globale, non esistono confini, ma esistono scuole più prestigiose e attrezzate di altre dove uno studioso preferisce lavorare. "Riportare a casa un ricercatore che si è formato in altri paesi, significa restituire un capitale con gli interessi". Per far questo bisogna essere competitivi e occorre un miglioramento strutturale. Il farmacologo Gian Luigi Gessa nell'introduzione al libro conferma: "Sono tornati tanti dei miei allievi e tanti degli allievi dei miei allievi. Anch'io sono tornato e ho costruito una Scuola che ha "filiali" nella penisola". Il merito principale del libro di Mameli e Scanu è di portare un contributo al dibattito aperto dal famoso Cervelli in fuga dell'Associazione dottori e dottorandi (Avverbi editore, 2001) con prove concrete alla mano. Le parole da leggere e le facce degli scienziati di ventura da vedere su http://scienziatidiventura.blogspot.com/
WALTER FALGIO

venerdì 20 luglio 2007

Scienziati erranti tra la Sardegna e il Mondo

di Daniele Gouthier
È molto glocal l’operazione di Mameli e Scanu. Partono dalla Sardegna, scrivono del mondo, ma guardano all’Italia. Ci sono queste tre dimensioni geografiche in “Scienziati di ventura – Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo” (Cuec 2007).
Il libro va oltre la “solita” fuga dei cervelli. I cervelli all’estero ci possono andare per tre motivi: perché fuggono, perché vengono espulsi, perché lo scelgono. [SEGUE...]

giovedì 19 luglio 2007

Quei Mozart sardi che non trovano un pianoforte...


Quei Mozart sardi che non trovano un pianoforte nella loro terra trionfano all'estero, senza poter tornare di Luigi Sotgiu

Una volta erano soldati di ventura, oggi sono scienziati. In un percorso illustrato nel libro che racconta le storie di questi ricercatori (“Scienziati di ventura. Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo») e pure in un blog, scienziatidiventura.blogspot.com.
Gli autori sono giornalisti specializzati in divulgazione scientifica, che hanno voluto raccontare la storia di «persone coraggiose che hanno lasciato tutto per vivere una avventura importante; persone eccezionali che fanno cose eccezionali in luoghi eccezionali». Sono state raccolte, sotto forma di intervista, 20 testimonianze da una platea di scienziati rappresentativa di varie discipline, provenienza geografica e accademica, sesso. [SEGUE...]

mercoledì 18 luglio 2007

Tanti cervelli di ventura

Tanti cervelli di ventura, dalla Sardegna con dolore e nostalgia: emigranti del sapere condannati alla lontananza di Matteo Bordiga (L'Altra Voce, 18 luglio 2007).
Sardegna dolce matrigna, terra odiata e rimpianta. Culla i suoi figli unendoli a sé in maniera viscerale, ma poi li costringe a un sofferto addio nel momento in cui decidono di coltivare sé stessi, di vivere delle loro passioni. Spesso, chi ambisce a trovare stimoli forti per esprimere il proprio talento deve mettersi l'anima in pace e rassegnarsi a volare altrove. In cerca di un successo che soffochi la malinconia dell'emigrato. E della piena realizzazione delle proprie aspirazioni. [SEGUE...]

Cervelli in fuga: storie esemplari

Cervelli in fuga: storie esemplari di ricercatori costretti a fuggire di Roberto Paracchini. La Nuova Sardegna (18 luglio 2007, pagina 48 - estate cultura&spettacoli).
«L’arte sono io, la scienza siamo noi» ricorda spesso il neurofarmacologo Gian Luigi Gessa citando l’endocrinologo Claude Bernard che sin dall’Ottocento capì che l’operare scientifico è fatto da grandi squadre di ricercatori e non dai singoli. E questo significa che per fare scienza occorrono le scuole, di eccellenza possibilmente. Ma per realizzarle c’è bisogno di anni e anni perchè «queste sono composte da capitale umano», come ha sottolineato Gessa durante la presentazione del libro «Scienziati di ventura» (Cuec, 2007, pagine 147) di Andrea Mameli e Mauro Scanu, tenuta lunedì sera in piazzetta Savoia, a Cagliari. [SEGUE...]

martedì 17 luglio 2007

Da Dallas con affetto

Approfitto dell'offerta di Andrea e Mauro per mandare un messaggio tramite il loro blog, prima di tutto per congratularmi per la loro idea e iniziativa di portare a termine questo libro, poi per mandare un messaggio di solidarietà ai colleghi ricercatori delle facoltà di Sassari e Cagliari. Sono loro quelli che portano avanti la ricerca in Sardegna, nonostante le mille forme di vessazioni da parte di una minoranza di accademici che non perde occasione per impedire la loro crescita scientifica. Mando a tutti loro un in bocca al lupo nella speranza che l'accademia sarda maturi e inizi finalmente a promuovere il valore intellettuale al di sopra di campanilismi e nepotismi.
Vostro
Marco Atzori
Associate professor
School for Behavioral and Brain Sciences
University of Texas at Dallas

Immagini da Piazza Savoia

Alla presentazione del 16 luglio 2007 c'era davvero tanta gente (accanto e sotto qualche immagine scattata in piazza Savoia a Cagliari). Una partecipazione attenta che dimostra, se ancora ve ne fosse bisogno, che anche parlare di scienza suscita interesse.
Un interesse che abbiamo avuto il piacere e l'onore di indirizzare verso le storie (umane e scientifiche, di sacrifici e di soddisfazioni) di donne e uomini abbastanza comuni che fanno cose fuori dal comune. Abbiamo ricevuto molti elogi (per l'organizzazione della serata e per il libro) e alcune critiche (per i contenuti di qualche intervento).
Siamo felicissimi di aver contribuito alla discussione intorno a un tema altrimenti condannato all'esilio dalle pagine dei giornali invase da gossip e oroscopi.
Abbiamo raccolto numerose proposte di presentare il libro (non solo in Sardegna). Vi terremo informati di ogni nuova iniziativa. Grazie e buona lettura!

Presentazione del 16 luglio 2007: un successo!

La presentazione del 16 luglio a Cagliari è stata un successo: piazza Savoia piena come un uovo, interventi di qualità pur nella loro problematicità. Ottime anche le letture di Emanuela Valentino e Salvatore Aresu (un assaggio qui sotto).

Nei suoi interventi il neurofarmacologo e consigliere regionale Gian Luigi Gessa (filmato sotto) ha da un lato raccontato la sua personale esperienza di cervello in fuga (poi rientrato) oltre 30 anni fa, e ha diretto alcune forti critiche all'ambiente accademico e della ricerca (suscitando alcune critiche).

Un ringraziamento particolare al circolo dei lettori Miele Amaro e al Manamanà di Piazza Savoia per la preziosa ospitalità e la sapiente regia dell'amplificazione, a Emanuela Valentino e Salvatore Aresu per le ottime voci prestate alla lettura di alcuni brani, a Paolo Maccioni per l'esemplare opera di coordinamento, al pubblico presente per la partecipazione attenta e calorosa. Grazie anche a Cucca e Gessa che hanno accettato immediatamente di partecipare alla presentazione.

giovedì 12 luglio 2007

M. Saba: "la vera misura sta nel rispetto e nell'ammirazione per i meriti altrui"

Qui in Italia e in Sardegna non funziona niente, un disastro, niente soldi, niente meritocrazia, bisognerebbe che fosse come in America, o almeno come in Inghilterra: tutto vero, queste lamentele sacrosante nascono dal desiderio di migliorare, riconosce i propri limiti chi ha grandi orizzonti. Ma come andare oltre il lamento? Si può migliorare la situazione? Ho appena comprato e letto il libro e mi ha fatto piacere che le vicende personali siano inquadrate in una cornice positiva: è lo spirito giusto, siamo disposti a prendere qualche legnata in testa pur di cambiare il mondo, magari un pochino alla volta, non sta mica scritto sulle pietre dei nuraghi che dobbiamo restare arretrati.
Complimenti agli autori per l'opera di diffusione, di sparpargliamento delle storie e idee. Si parla di meritocrazia, ma mentre riconoscere i propri meriti è sempre facile, la vera misura sta nel rispetto e nell'ammirazione per i meriti altrui: il fatto di riconoscere che ci siano ragazzi le cui carriere meritano di essere raccontate e romanzate è un importante contributo a diffondere l'apprezzamento per la cultura scientifica e un incoraggiamento per chi decide ora del suo futuro.
Michele Saba, PhD (Dipartimento di Fisica, Università di Cagliari)

mercoledì 11 luglio 2007

"Questo libro mi ha cambiato l'umore" - R. Piga, Kyoto

Quando ho avuto modo di leggere la stesura definitiva del libro di Andrea Mameli e Mauro Scanu "Scienziati di ventura. Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo", non ho potuto fare a meno di commuovermi. Al punto che mi è pure sceso il lacrimone. Sicuramente una fetta di commozione è dovuta allo spirito patriottico che andando a vivere all'estero, sento più vivo dentro di me, a volte chi lo sa, magari rasento il ridicolo. Ma oltre ad aver apprezzato questa personale esperienza di vita personale e professionale, andare in Giappone è stato per me anche un modo per apprezzare più profondamente le mie radici, mai rinnegate per carità, ma sicuramente sentite molto più forti, più vive, realmente percepite come parte di me stessa, di quello che sono sempre stata e che sono ancora adesso sebbene lontanissima dalla mia terra.
Ma il merito delle mie riflessioni riguardo la consapevolezza delle mie radici, di cio' che sono ora, di quello che potroò essere in futuro, di quello che sono le mie aspettative e che potranno essere le possibilità che mi si aprono davanti, va ai due autori, che mi hanno spremuta come un limone facendomi togliere fuori ciò che di più segreto, meno segreto, sentimentale, potesse provare la mia anima, che hanno ideato e realizzato un lavoro stupendo, valorizzando in maniera straordinaria i loro corregionali, mettendoci una passione ed un interesse palpabile pagina per pagina. Le loro parole nei confronti della nostra causa sono profondamente toccanti ed intrise di solidarietà nei confronti di una situazione che coinvolge anche loro come sardi, come italiani. Parole obiettive, giuste, chiare, semplici.
Il loro coinvolgimento e profondo impegno è realmente toccante, probabilmente questo libro non mi cambierà la vita ma mi ha decisamente cambiato l'umore, c'è stato qualcuno, dei corregionali, che si è preso la briga di farsi due palle così (tanto per usare un frasario maschile) nel proprio tempo libero, per inseguire una strada considerata importante, dando a questa importanza la luce che reputavano necessaria.
Personalmente non ho che da ringraziare tutti e due per il grandissimo impegno ed interesse, per essersi presi la briga di ascoltare le nostre lamentele, delusioni, sogni e speranze e soprattutto per la grande serietà con la quale hanno svolto il loro lavoro.
Rosaria Piga, Kyoto, Giappone (11 luglio 2007)

In tema di ricerca e fughe di cervelli...

In tema di ricerca e fughe di cervelli segnaliamo tre interventi pubblicati su IN SARDEGNA.EU

Il rientro dei cervelli e la messa a sistema delle risorse umane all'estero, di Silvio Porcu (4 luglio 2007) Il "rientro" nell'isola dei cervelli formati in Italia e all'estero grazie alle politiche regionali finalizzate alla formazione ed alla messa a sistema di capitale umano altamente qualificato, specie nei settori strategici per lo sviluppo socio-economico della nostra regione, è la chiave di volta che sorregge la scommessa dell'attuale amministrazione regionale sulle risorse immateriali per lo sviluppo e sull'economia della conoscenza prospettata a Lisbona.

Sulla ricerca perduta
, di Alessandro Mongili (15 giugno 2007) L'articolo del prof. Gessa ha il pregio di mettere in luce l'importanza di una politica dell'innovazione tecnoscientifica in Sardegna. In esso però si fa solo cenno al maggiore soggetto di questa politica, le Università sarde e gli altri (e minori) Enti di ricerca. Un attore che strategicamente è stato molto più importante di quello politico che, come il prof. Gessa fa notare, a lungo è stato assente.

Alla ricerca della ricerca perduta, di Gian Luigi Gessa (2 giugno 2007) Il magnete per attirare le imprese più sane e dinamiche sono i giovani ricercatori altamente qualificati e motivati. Per formarli c'è il programma Master and Back, ma far tornare in Sardegna i migliori non è facile. Questo importante problema è affrontato nel progetto di legge sulla ricerca scientifica che verrà discusso in Consiglio Regionale nei prossimi mesi.

domenica 8 luglio 2007

Scienziati di ventura racconta venti storie...

Le racconta brevemente, con stile giornalistico, cercando quando possibile di spiegare anche cosa fanno questi ricercatori erranti. Quindici sono ancora all'estero. Cinque sono rientrati. Eccoli.
Ancora all'estero:
Marco Atzori (pag. 29)
Carlo Boldetti (pag. 33)
Alessia Contu (pag. 38)
Andrea Cortis (pag. 45)
Stefano Deledda (pag. 52)
Paola Leone (pag. 56)
Angelo Loi (pag. 61)
Maria Antonietta Loi (pag. 69)
Angela Morando (pag. 73)
Francesco Muntoni (pag. 79)
Rosaria Piga (pag. 82)
Carla Pittalis (pag. 88)
Chiara Maria Portas (pag. 93)
Leonardo Rubattu (pag. 98)
Angela Sirigu (pag. 103)
Rientrati:
Giovanni Delogu (pag. 115)
Michele Saba (pag. 120)
Monica Mameli-Engvall (pag. 127)
Francesco Cucca (pag. 131)
Giuseppe Pilia (pag. 134)

giovedì 5 luglio 2007

Presentazione: 16 luglio.

Scienziati senza fissa dimora. Precari della ricerca. Emigranti della conoscenza. Sono tanti i modi per definire i protagonisti del libro di Andrea Mameli e Mauro Scanu "Scienziati di ventura, storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo" (Cuec editrice, Cagliari, 2007, pp. 152, Euro 11). Il volume racconta le storie di persone che hanno saputo (o dovuto) trovare una strada in centri di ricerca, università e imprese all'estero. Un reportage per denunciare le carenze del sistema italiano in tema di sostegno alla ricerca scientifica. Ma soprattutto una raccolta di storie di uomini e donne di scienza con esperienze umane intense e spesso difficili. Un viaggio tra le testimonianze di chi è riuscito, soltanto lontano dalla propria terra, a coronare il sogno di lavorare nella scienza, e quelle (poche) di coloro che sono stati in grado di rientrare.
Scienziati di ventura sarà presentato Lunedì 16 luglio 2007 in due occasioni:
- alle 18:00 al Manàmanà in Piazzetta Savoia a Cagliari. Intervengono con gli autori e l'editore: uno dei protagonisti del libro, il genetista dell'università di Sassari Francesco Cucca e il neuroscienziato Gian Luigi Gessa, autore della prefazione. Coordina Paolo Maccioni (editorialista e scrittore). Emanuela Valentino leggerà alcuni brani.
- alle 22:00 Museo Patroni a Pula (Ca), in occasione del festival L'Isola della scienza, gli autori si intervisteranno a vicenda. Interverrà una delle protagoniste del volume: la ricercatrice (rientrata dalla Svezia) Monica Mameli-Engvall.