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domenica 23 dicembre 2007

Adi: Reclutamento dei ricercatori: un passo nella giusta direzione

L'Adi esprime soddisfazione per l'entrata in vigore del nuovo regolamento sull'accesso al ruolo di ricercatore universitario, che mette finalmente in pratica alcuni principi che sono da tempo un cavallo di battaglia dell'Associazione.
"L'Adi ha lavorato per anni su una modifica dei concorsi che ne aumentasse la trasparenza e l'efficacia selettiva" - osserva Giovanni Ricco, segretario ADI - "Pensiamo che solo procedure alla luce del sole, e maggiormente in linea con quanto avviene in ambito internazionale, possano contribuire a portare reale meritocrazia nel sistema accademico italiano, dove a tutt'oggi è ancora poco presente".
"Sin da quando pubblicammo 'Cervelli in fuga'" - aggiunge Augusto Palombini, curatore del libro edito da Avverbi nel 2001 - "che per la prima volta sollevava il problema
dell'emigrazione scientifica di massa, abbiamo sostenuto con forza che la via per uscire dal nepotismo baronale, che allontana alcune delle nostre menti migliori e non attrae stranieri, passasse per una modernizzazione delle selezioni con coinvolgimento di studiosi stranieri e valutazione prevalente dei titoli scientifici. L'avvio dei concorsi con le nuove modalità è il coronamento di un lavoro di anni condotto dall'Adi in questa direzione".
"Saremo attenti a controllare quale sarà l'effettiva applicazione delle nuove procedure: come verranno scelti i revisori esterni e quanto peserà il loro voto, quanti concorsi saranno vinti da candidati locali, quanto questo regolamento inciderà sulla cattiva cultura dei concorsi italiani" - spiega Francesco Mauriello, presidente dell'Associazione e membro del CUN - "Occorre sottolineare inoltre che i fondi per il reclutamento vanno ulteriormente aumentati e che lo stipendio per i post-doc è troppo basso per essere attraente per candidati provenienti dall'estero".
"L'eliminazione del fuori ruolo, approvata in Finanziaria 2008, porterà nei prossimi tre anni a risorse aggiuntive nelle casse delle Università" - conclude Giovanni Ricco, segretario ADI - "noi pensiamo che il loro utilizzo debba essere vincolato alle assunzioni di giovani ricercatori. È una buona occasione per svecchiare l'Università Italiana, sarebbe gravissimo sprecarla".
ADI, Associazione dottorandi e Dottori di ricerca Italiani, 22 Dicembre 2007

mercoledì 21 novembre 2007

Enti di ricerca sul piede di guerra

"Aumenti al fondo tagliati del 40%"
ROMA - La ricerca è tradizionalmente uno dei cavalli di battaglia dei programmi elettorali, per entrambi gli schieramenti. Amata, in particolare, dal centrosinistra, che ne ha sempre rivendicato la centralità per la crescita, la riscossa economico-culturale del Paese. Ecco perché i vertici dei quattro enti pubblici del settore - Cnr, Agenzia spaziale italiana, Istituto nazionale di fisica nucleare, Istituto nazionale di atsorfisica - hanno reagito con incredulità, alla notizia appena arrivata dal Ministero dell'Economia: i previsti aumenti al Fondo nazionale - 50 milioni di euro in più stanziati già per il 2007, e previsti dunque nella Finanziaria 2006 - sono stati pesantemente decurtati. Tagliati di circa il 40 per cento.
"Motivi contabili", si giustificano dal dicastero di via XX settembre. Un modo elegante per dire che hanno raschiato il fondo del barile, e scoperto che non c'è più un soldo. Una riduzione degli aumenti notevole, e soprattutto inaspettata. Che mette in grande difficoltà, a livello organizzativo e non solo, chi in quegli enti ci lavora. "Certo, 30 milioni, divisi per quattro istituti, non sono tantissimi - dicono ad esempio fonti dell'Istituto di fisica nucleare, Infn) - ma avremmo potuto, tanto per fare qualche esempio, pagarci le bollette elettriche per l'acceleratore di particelle. O organizzare le trasferte internazionali, fondamentali quando si instaurano partnership con altri enti di ricerca".
Ma c'è un altro motivo per cui i vertici degli enti protestano. Ed è il seguente, come spiegano sempre dall'Infn: "Questi tagli improvvisi finiscono inevitabilmente per ricadere sul bilancio 2008, che sostanzialmente sarà identico a quello del 2007. Cioè quello più di sacrificio degli ultimi anni".
Per questo, i presidenti dei quattro enti hanno diffuso una nota congiunta, in cui "denunciano ancora una volta che, alle dichiarazioni solenni di incentivare la ricerca scientifica del Paese come uno degli elementi decisivi per lo sviluppo, non faccia seguito alcun segnale concreto, ma, anzi, le risorse destinate alla ricerca, già esigue rispetto agli altri Paesi, continuano a subire tagli indiscriminati".
La Repubblica, 21 novembre 2007