Carissima, inefficiente e inospitale
gli studenti Erasmus bocciano l'Italia
La Repubblica, 11 marzo 2008
ROMA - Sarà anche il Belpaese, ricco di storia e bellezze artistiche, ma venirci a studiare è un vero inferno. A stroncare l'Italia e il suo sistema universitario sono gli studenti stranieri del progetto Erasmus che hanno scelto la Penisola per il loro periodo di formazione all'estero.
La fotografia che emerge da un questionario realizzato dalla free press "Studenti Magazine" e dall'ntassociazione "Erasmus Stude network Italia" è davvero impietoso, ma difficilmente contestabile. Il nostro paese, sottolineano i 1500 giovani interpellati provenienti da 28 paesi diversi e distribuiti in 27 diverse città italiane, è "costosissimo", "incapace di garantire un alloggio a prezzi contenuti" e un posto "dove l'inglese è una lingua di cui si fa a meno".
Il problema più sentito è il costo della vita. L'83% degli intervistati dichiara di spendere di più in Italia rispetto al proprio paese. La voce più costosa è al solito l'affitto (per il 69%). Seguono il cibo per il 14,4% e il divertimento per il 12,6. Il 4% trova invece particolarmente costosi i libri. A tanto dispendio non corrispondono però atenei all'altezza delle attese. Il 71% degli intervistati ritiene l'università italiana peggiore di quella del proprio paese. Per il 39,6% la ragione principale è il pessimo stato delle strutture. Seguono la scarsità dei servizi web per il 24,4%, la difficoltà nel raggiungere informazioni per il 19,5% e la scarsa professionalità dei professori per il 16,5%.
Una larga maggioranza di studenti stranieri (il 66%), una volta arrivata in Italia ha incontrato difficoltà nel trovare un alloggio, condividendo quindi gli stessi problemi dei nostri fuorisede. I problemi più lamentati sono il caro affitti e la fatiscenza dei locali, ma un 20,8% dei partecipanti al questionario denuncia anche il razzismo dei proprietari che non affittano a stranieri.
In un ambiente così ostile a rendere il tutto ancora più problematico è la difficoltà a trovare qualcuno in grado di esprimersi in inglese. Solo l'1,4% degli intervistati ritiene indispensabile conoscere l'inglese in Italia, contro il 46,6% che lo ritiene assolutamente inutile.
Eppure l'Italia continua ad esercitare un certo fascino sui giovani universitari di tutta Europa. La ragione, spiegano gli intervistati, è che malgrado i problemi il Belpaese conserva ancora un certo carisma. Ma se il 97% degli studenti spiega di averci scelto perché "sempre attratto dal Belpaese", alla fine del soggiorno solo il 60% vi ritornerebbe ad occhi chiusi.
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mercoledì 12 marzo 2008
lunedì 29 ottobre 2007
Mussi: creare una cultura del merito
(Agi) - Roma, 29 ottobre 2007 - Meno corsi di laurea, più docenti di ruolo, autonomia del sistema e un'agenzia preposta alla valutazione della ricerca e delle università italiane. Questi gli ingredienti di base per mettersi al passo degli altri paesi.
"Dobbiamo mettere a disposizione dei nostri centri di ricerca e delle nostre università più risorse, finanziarie e umane", ha detto Fabio Mussi, ministro dell'università e della ricerca. Ma non solo. "Per stabilizzare e migliorare la loro capacità, la ricerca e l'università deve affinare la cultura della valutazione esterna e indipendente. Anche in questo caso, con la creazione dell'Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca (Anvur) stiamo facendo sensibili passi avanti", ha detto Mussi. Inoltre, per il ministro è necessario aumentare il tasso di autonomia della ricerca.
"I politici - ha infatti spiegato - devono fare un passo indietro. Con l'istituzione dei search committees, commissioni indipendenti di scienziati che indicano al ministro terne di candidati alla direzione degli Enti di ricerca, il nostro Ministero lo sta facendo".
L'Anvur dovrà valutare, in maniera rigorosa e indipendente. "Creerà le premesse che consentiranno di premiare chi è più bravo e di non premiare chi è meno bravo. Il compito principale dell'Anvur è ambiziosoe difficile: creare una cultura del merito", ha concluso Mussi.
"Dobbiamo mettere a disposizione dei nostri centri di ricerca e delle nostre università più risorse, finanziarie e umane", ha detto Fabio Mussi, ministro dell'università e della ricerca. Ma non solo. "Per stabilizzare e migliorare la loro capacità, la ricerca e l'università deve affinare la cultura della valutazione esterna e indipendente. Anche in questo caso, con la creazione dell'Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca (Anvur) stiamo facendo sensibili passi avanti", ha detto Mussi. Inoltre, per il ministro è necessario aumentare il tasso di autonomia della ricerca.
"I politici - ha infatti spiegato - devono fare un passo indietro. Con l'istituzione dei search committees, commissioni indipendenti di scienziati che indicano al ministro terne di candidati alla direzione degli Enti di ricerca, il nostro Ministero lo sta facendo".
L'Anvur dovrà valutare, in maniera rigorosa e indipendente. "Creerà le premesse che consentiranno di premiare chi è più bravo e di non premiare chi è meno bravo. Il compito principale dell'Anvur è ambiziosoe difficile: creare una cultura del merito", ha concluso Mussi.
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