venerdì 27 luglio 2007

Scienziati di ventura, un dibattito aperto

Sardegna Ricerche Magazine, Intervista doppia agli autori del libro, Andrea Mameli e Mauro Scanu.
Com'è nato questo libro?
Scanu.
Principalmente per far nascere un dibattito. Come ha detto qualcuno il problema è glocale: si parla di problemi mondiali nel contesto sardo e viceversa.
Mameli. Anche per raccontare storie utili per informare su quel che a volte accade ai giovani laureati sardi.
Quali sono i problemi maggiori che impediscono il rientro dei cervelli?
Scanu. Il problema principale è che la Sardegna e l'Italia non sono molto appetibili per un ricercatore brillante che voglia fare carriera. Nonostante il desiderio di rientrare, questi emigrati della conoscenza si trovano di fronte a una scelta quasi obbligata: scegliere se stare all'estero dove istituti pubblici e privati sono ben contenti di pagare le loro capacità con risorse, alti compensi e progetti all'avanguardia oppure rientrare a casa e fare anticamera di fronte allo studio di qualche potente e sperare di raccogliere qualche briciola. Per questioni storiche il nostro sistema accademico non si basa su logiche meritocratiche. Va da sé che non sono per forza i migliori a occupare posizioni di prestigio, ma quelli che hanno più pazienza. Una pazienza che permetta di accettare una paga di 800 euro e una vita da precario sino a oltre i quarant'anni. Per citare un caso Carla Pittalis, una ragazza di Tempio Pausania, lavora in Turchia per conto della Banca Mondiale: a soli 34 anni è responsabile di progetti finanziari per 5 miliardi di dollari. Cosa potremmo offrirle in cambio?
Mameli. Sardegna e Italia, in effetti, raramente sono in grado di competere con la concorrenza internazionale che tenta di mantenere i migliori cervelli in circolazione. Una concorrenza che aumenta con il crescere dei più forti: Cina e India emergono e iniziano a proporre importanti luoghi di punta della ricerca applicata. I protagonisti del nostro libro, inoltre, evidenziano altri problemi, come la scarsa credibilità dei concorsi, che scoraggiano o di fatto impediscono di creare i presupposti per un rientro. Infine c'è un dato oggettivo: attualmente non c'è spazio per tutti. [SEGUE...]

Nessun commento: