Quando ho avuto modo di leggere la stesura definitiva del libro di Andrea Mameli e Mauro Scanu "Scienziati di ventura. Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo", non ho potuto fare a meno di commuovermi. Al punto che mi è pure sceso il lacrimone. Sicuramente una fetta di commozione è dovuta allo spirito patriottico che andando a vivere all'estero, sento più vivo dentro di me, a volte chi lo sa, magari rasento il ridicolo. Ma oltre ad aver apprezzato questa personale esperienza di vita personale e professionale, andare in Giappone è stato per me anche un modo per apprezzare più profondamente le mie radici, mai rinnegate per carità, ma sicuramente sentite molto più forti, più vive, realmente percepite come parte di me stessa, di quello che sono sempre stata e che sono ancora adesso sebbene lontanissima dalla mia terra.
Ma il merito delle mie riflessioni riguardo la consapevolezza delle mie radici, di cio' che sono ora, di quello che potroò essere in futuro, di quello che sono le mie aspettative e che potranno essere le possibilità che mi si aprono davanti, va ai due autori, che mi hanno spremuta come un limone facendomi togliere fuori ciò che di più segreto, meno segreto, sentimentale, potesse provare la mia anima, che hanno ideato e realizzato un lavoro stupendo, valorizzando in maniera straordinaria i loro corregionali, mettendoci una passione ed un interesse palpabile pagina per pagina. Le loro parole nei confronti della nostra causa sono profondamente toccanti ed intrise di solidarietà nei confronti di una situazione che coinvolge anche loro come sardi, come italiani. Parole obiettive, giuste, chiare, semplici.
Il loro coinvolgimento e profondo impegno è realmente toccante, probabilmente questo libro non mi cambierà la vita ma mi ha decisamente cambiato l'umore, c'è stato qualcuno, dei corregionali, che si è preso la briga di farsi due palle così (tanto per usare un frasario maschile) nel proprio tempo libero, per inseguire una strada considerata importante, dando a questa importanza la luce che reputavano necessaria.
Personalmente non ho che da ringraziare tutti e due per il grandissimo impegno ed interesse, per essersi presi la briga di ascoltare le nostre lamentele, delusioni, sogni e speranze e soprattutto per la grande serietà con la quale hanno svolto il loro lavoro.
Rosaria Piga, Kyoto, Giappone (11 luglio 2007)
Nessun commento:
Posta un commento